I gioielli di Bisanzio
La civiltà bizantina nacque nel 330, quando l'imperatore Costantino, difensore della nuova religione cristiana, trasferì la capitale dell'impero da Roma a Bisanzio, deluso che il Senato di Roma rimanesse ancora legato al paganesimo.
Anche in oreficeria si manifestò un'arte detta appunto "bizantina", che in principio risentì dell'arte romana. Il bizantino influenzò la produzione fino alla caduta dell'impero, nel 1453; in Grecia fino al XVI e XVII secolo.
Committenti erano specialmente la dirigenza imperiale e la gerarchia religiosa.
L'oreficeria fu mezzo di consolidamento del potere: un cerimoniale solenne capace di impressionare, di presentare la volontà divina. Purtroppo quasi tutta la produzione religiosa fu distrutta durante l'iconoclastia dall'VIII al IX secolo.
L’estetica bizantina è immobile, irrigidita, presenta figure bidimensionali, a colori vistosi, contornate, senza chiaroscuro: si vedano ad esempio i mosaici ravennati.
L'arte bizantina produsse capolavori non solo per la raffinata tecnica nella lavorazione dei metalli preziosi ma per l'uso degli smalti specie cloisonné e per il gusto della composizione. Anche il vestiario bizantino, sovraccarico di pietre preziose, favorì l'oreficeria, che risentì di influenze orientali, specie persiane, nell'uso delle gemme e dei granati in castone.
I gioielli dell’epoca erano concepiti in modo da colpire profondamente l’osservatore. Gli anelli presero dimensioni notevoli con pietre vistose o borchie. Era usatissimo il traforo, efficace mezzo di contrasto, come filigrana e granulazione; così come l’uso delle perline con disegno fitto e regolare.
Abbiamo esempi di orecchini con lunghi e numerosi pendenti, collane con pendenti di perle e smeraldi a profili irregolari che accentuano la ieraticità. Per esaltare il colore furono usati il niello, diversi colori d’oro, smalti, lapislazzuli, ametiste.
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L'oreficeria fu mezzo di consolidamento del potere: un cerimoniale solenne capace di impressionare, di presentare la volontà divina. Purtroppo quasi tutta la produzione religiosa fu distrutta durante l'iconoclastia dall'VIII al IX secolo.
L’estetica bizantina è immobile, irrigidita, presenta figure bidimensionali, a colori vistosi, contornate, senza chiaroscuro: si vedano ad esempio i mosaici ravennati.
L'arte bizantina produsse capolavori non solo per la raffinata tecnica nella lavorazione dei metalli preziosi ma per l'uso degli smalti specie cloisonné e per il gusto della composizione. Anche il vestiario bizantino, sovraccarico di pietre preziose, favorì l'oreficeria, che risentì di influenze orientali, specie persiane, nell'uso delle gemme e dei granati in castone.
I gioielli dell’epoca erano concepiti in modo da colpire profondamente l’osservatore. Gli anelli presero dimensioni notevoli con pietre vistose o borchie. Era usatissimo il traforo, efficace mezzo di contrasto, come filigrana e granulazione; così come l’uso delle perline con disegno fitto e regolare.
Abbiamo esempi di orecchini con lunghi e numerosi pendenti, collane con pendenti di perle e smeraldi a profili irregolari che accentuano la ieraticità. Per esaltare il colore furono usati il niello, diversi colori d’oro, smalti, lapislazzuli, ametiste.
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