Gioielli in micromosaico: un'arte davvero minuziosa


Il
micromosaico nacque a Roma nella seconda metà del ’700 e fu in auge fino a tutto l’800. I materiali vetrosi, detti anche smalti, erano prodotti a Venezia, ma presto si cominciò a produrli anche a Roma. Il vetro veniva filato in sottili bacchette da cui venivano ritagliate minuscole tessere. Il supporto su cui veniva composto il micromosaico poteva essere di metallo, ad esempio rame, o di pietra con un incavo in cui venivano assemblate le piccole tessere fissandole con un legante. Le opere avevano dimensioni ridotte, eseguite con grande precisione e potevano essere inserite, ad esempio, su tavolini con piano di marmo, tabacchiere, fermacarte, ecc., o addirittura costituivano spille e gioielli, quando venivano applicati in oreficeria.

Le tessere per micromosaico sono di dimensioni anche inferiori al millimetro e possono essere ricavate da bacchette monocolori o multicolori per catturare il massimo possibile di riflessi di luce. I maestri artigiani incastonano le minuscole tessere una ad una per rappresentare animali, fiori, paesaggi e altri elementi. I pezzi eseguiti con questa tecnica somigliano a veri dipinti.

Testo riassunto da vari siti internet

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