Produzione orafa medievale

 

   La produzione orafa medioevale va dall’Alto medioevo - 800 - 1200 circa – fino al Rinascimento – 1375 - 1492.

   In tale periodo lo stile passa dalla produzione bizantina ricca di decori e cromatismi a quella che riprende lo stile gotico, con forme appuntite, semplice ed essenziale. Nel periodo rinascimentale vi è una ripresa dello stile naturalistico.

   Sotto l’influsso dell’arte di Bisanzio, i gioielli sono ricchi di decorazioni e cromatismi grazie all’utilizzo di gemme incise, smalti cloisonné, filigrana e minuscoli grani d’oro.
   Lo stile gotico, invece, prevede la forma a punta caratteristica degli edifici religiosi del periodo. Le pietre sono incastonate su superfici lisce.
  Lo stile rinascimentale privilegerà i particolari naturalistici.


   Durante il medioevo non vi è differenza tra i gioielli indossati dalle donne e quelli destinati agli uomini.

   Gli uomini nobili utilizzano foderi per spade, speroni, cinture e spille. Le donne spille, collane, orecchini e braccialetti.
 Negli ultimi anni del Trecento, contemporaneamente alla moda di evidenziare le scollature degli abiti, si diffonde l’uso delle collane con pendenti.
   Il gioiello più in auge in questo periodo
 è la spilla, costituita quasi sempre da un anello con ago centrale. Alcune vengono cucite direttamente sugli abiti. 

   Altro accessorio sono le cinte che potevano essere decorate e avere fibbie e borchie d’argento. Le cinte sono usate per portare chiavi, borsellini, paternoster, flaconi per profumi ...

   Gli anelli vengono indossati su tutte le dita della mano, pollice compreso.
   Per il fidanzamento e il matrimonio si utilizza un unico tipo d’anello che viene infilato al terzo dito della mano destra della sposa.
  Diademi, coroncine e tiare i gioielli più importanti posseduti dalle ragazze nobili.
   Ma i gioielli più caratteristici del medioevo furono i gioielli religiosi: i reliquiari a forma di pendenti, il medaglione "agnus dei" realizzato in cera sul quale era inciso il nome del Papa in carica e l’immagine dell’agnello di Dio, e, soprattutto, i paternoster, archetipi degli attuali rosari. Questi ultimi potevano essere di corallo, ambra, giaietto e cristallo di rocca. I paternoster, nonostante fossero oggetti religiosi, erano diventati veri e propri status-symbol.
   Nel 1380 Carlo V possedeva vari rosari tra cui uno con ciascun grano in smalto e la croce incastonata di pietre preziose e perle.

Significato simbolico del gioiello

   Significato pagano: Alle pietre preziose erano attribuite proprietà terapeutiche e spirituali. 
   Ai materiali erano attribuiti poteri magici: il “corno dell’unicorno” (animale di fantasia, si trattava del corno del narvalo, una specie di delfino) si credeva che fosse capace di individuare i veleni e per la sua rarità era adornato di pietre preziose ed era custodito gelosamente in ogni Wunderkammer del periodo. La malinconia era, invece, curata con i denti di pesci fossilizzati.
   I materiali “magici” erano montati in modo da facilitare il contatto con la pelle per meglio diffondere i propri poteri.


   Significato religioso: Nei gioielli religiosi il potere protettivo era affidato al tipo di messaggio che portavano e non alla preziosità della pietra utilizzata. Il medaglione dell’Agnus Dei, ad esempio, aveva il potere di cancellare i peccati, proteggere dai pericoli, salvaguardare le donne durante il parto.


   Significato sociale: I gioielli non possedevano, soltanto poteri magici o religiosi ma indicavano anche l’appartenenza ad una  classe sociale; per tale motivo furono emanate le leggi suntuarie che, al fine di non stravolgere la gerarchia sociale, ne regolavano l’uso.


Testo liberamente tratto e adattato da vari siti internet.

Foto da Pinterest

Alcuni gioielli medievali


Il talismano di Carlo Magno







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