L'arte della gioielleria in un quadro del XV secolo
Petrus Christus
"Un orafo nel suo laboratorio" - 1449
Questo dipinto a olio su tavola del 1449 di Petrus Christus, pittore fiammingo, ci porta in una bottega orafa di Bruges, città rinomata per i gioielli in un'epoca in cui materiali e pietre preziose arrivavano ad Anversa da tutto il mondo.
L'orafo, vestito di rosso, è al centro, con il volto rivolto verso i suoi clienti, illuminato dalla finestra. Le sue dita lunghe e sottili evocano la capacità del lavoro manuale. In una mano tiene un anello, nell'altra una bilancia.
La rappresentazione della bottega è molto dettagliata. A destra, sugli scaffali, alcune brocche su cui si riflette la finestra, mostrando la cura del pittore nel rappresentare la luce. Sulla mensola sottostante un sacchetto di perle, un altro di pietre e gioielli già realizzati. Sembrano i moderni espositori che vediamo nelle gioiellerie delle nostre città!
Infatti, come di consueto nell'arte fiamminga, grandissima attenzione è data ai dettagli ed al "lustro" specifico dei vari materiali, cioè come essi rifrangono la luce. In alto brillano vasi e caraffe d'argento, mentre a destra si trova una vera e propria natura morta sul tavolino dell'orefice, con una borsetta esotica, un filo di perle di corallo e cristallo di rocca, due contenitori di tessuto nero pieni di gemme, un cofanetto con porta-anelli in avorio, un gruppo di spille appese, un recipiente lavorato.
Notiamo un grande ramo di corallo rosso. È un materiale da sempre molto ricercato in oreficeria. Pescato nel Mediterraneo, viene utilizzato per realizzare grani come quelli che compongono la lussuosa collana appesa.
Sulla sinistra, i clienti riccamente vestiti sono presumibilmente una coppia di fidanzati. La donna, con la tipica acconciatura della zona, sembra voler afferrare l'anello. L'uomo ha una mano sulla fidanzata, l'altra sulla spada. Il suo corpo è rivolto verso la ragazza, ma lo sguardo sta osservando la bilancia. Mai farsi ingannare dall'orafo!
A destra del tavolo c'è un piccolo specchio su cui sembra riflettersi l'esterno dello studio: le case di Bruges ma anche due uomini che osservano l'interno. Forse uno di questi è un autoritratto del pittore? Un chiaro riferimento ai "Coniugi Arnolfini" di Van Dyck.
Sappiate che questo dipinto, commissionato dalla Gilda degli Orafi di Bruges, era una pubblicità per la loro professione! Pensiamo alla qualità, al lavoro dietro un solo dipinto interamente eseguito a mano, pieno di riferimenti, di studio di luci e ombre, di sguardi... Per me un vero capolavoro.
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